domenica 10 novembre 2019

Rosso Campanelli




VITO CAMPANELLI 

"Rosso Campanelli"

Anda Venice Hostel 
5 Aprile 2019 - 2 maggio 2019

Rendere fruibile in modo concreto la produzione artistica di Vito Campanelli è compiere un viaggio lungo, che percorre molte tappe della sua esistenza, ma che certamente è possibile paragonare ad un ininterrotto flusso della coscienza.
Lo stesso “stream of consciusness”, che si fa largo nella letteratura del primo Novecento come figlio della psicanalasi di Sigmund Freud, da lui fondata quale analisi dell'inconscio; un concetto già introdotto nel Settecento dai filosofi razionalisti, John Locke e Cartesio.
Ciò che nella letteratura si estrinseca nel “monologo interiore”, presente nei romanzi psicologici di James Joyce e Italo Svevo, trova un suo parallelo nella letteratura pittorica, che in quello stesso periodo rappresenta l'inconscio, attraverso l'uso di simboli.
“L'Isola dei morti” di Bocklin ne è un esempio. Viene raffigurato un isolotto roccioso ed una distesa d'acqua, con una piccola barca a remi condotta da un Caronte, che trasporta una figura vestita di bianco ed una bara ornata di festoni. E' la rappresentazione del funerale, oggetto di ricordi ed incubi notturni dell'artista. Quello stesso inconscio pervaso dalla sordità, che induce Goya a dipingere freneticamente sui muri della “Quinta del Sordo”. Questi simboli furono, in un secondo momento, sostituiti dai pittori dall'Avanguardia surrealista del primo Dopoguerra, proprio mettendo in atto in pittura, il fluire dell'inconscio; ovvero l'inconscio figurato, che poi si estende alla pittura informale del secondo Dopoguerra di Burri, Debuffet, Pollock.
Osservando l'iter artistico di Vito Campanelli, con particolare attenzione alla selezione di opere presenti, non è possibile non percepire il flusso dei pensieri consci ed inconsci dell'artista.
Ci troviamo dinanzi ad un artista che inizia a dipingere molto presto. Già all'età di 12 anni, chiari sono gli intenti del suo “viaggio”; un inizio dedito al figurativo, come sempre accade agli artisti di questo genere, dove già mostra delle visioni metafisiche.
La sua pittura è “medicina dell'anima”, totalmente interiore, favorita dall'ascolto della musica, sua grande compagna ed amica fidata, fondamentale per il suo operare. 
I "King Crimson", i "Radiohead" che scopre all'età di 16 anni, lo aiutano ad isolarsi ulteriormente in un mondo di spiriti e di cose inconsce, che nemmeno lui sa spiegare, portandolo a realizzare figure nebulose, materiche, realizzate con tecnica mista, fatta di olio e tempera.