Rendere fruibile in modo
concreto la produzione artistica di Vito Campanelli è compiere un
viaggio lungo, che percorre molte tappe della sua esistenza, ma che
certamente è possibile paragonare ad un ininterrotto flusso della
coscienza.
Lo stesso “stream of
consciusness”, che si fa largo nella letteratura del primo
Novecento come figlio della psicanalasi di Sigmund Freud, da lui
fondata quale analisi dell'inconscio; un concetto già introdotto nel
Settecento dai filosofi razionalisti, John Locke e Cartesio.
Ciò che nella letteratura si
estrinseca nel “monologo interiore”, presente nei romanzi
psicologici di James Joyce e Italo Svevo, trova un suo parallelo
nella letteratura pittorica, che in quello stesso periodo rappresenta
l'inconscio, attraverso l'uso di simboli.
“L'Isola dei morti” di Bocklin ne è un esempio. Viene raffigurato un isolotto roccioso ed una distesa d'acqua, con una piccola barca a remi condotta da un Caronte, che trasporta una figura vestita di bianco ed una bara ornata di festoni. E' la rappresentazione del funerale, oggetto di ricordi ed incubi notturni dell'artista. Quello stesso inconscio pervaso dalla sordità, che induce Goya a dipingere freneticamente sui muri della “Quinta del Sordo”. Questi simboli furono, in un secondo momento, sostituiti dai pittori dall'Avanguardia surrealista del primo Dopoguerra, proprio mettendo in atto in pittura, il fluire dell'inconscio; ovvero l'inconscio figurato, che poi si estende alla pittura informale del secondo Dopoguerra di Burri, Debuffet, Pollock.
“L'Isola dei morti” di Bocklin ne è un esempio. Viene raffigurato un isolotto roccioso ed una distesa d'acqua, con una piccola barca a remi condotta da un Caronte, che trasporta una figura vestita di bianco ed una bara ornata di festoni. E' la rappresentazione del funerale, oggetto di ricordi ed incubi notturni dell'artista. Quello stesso inconscio pervaso dalla sordità, che induce Goya a dipingere freneticamente sui muri della “Quinta del Sordo”. Questi simboli furono, in un secondo momento, sostituiti dai pittori dall'Avanguardia surrealista del primo Dopoguerra, proprio mettendo in atto in pittura, il fluire dell'inconscio; ovvero l'inconscio figurato, che poi si estende alla pittura informale del secondo Dopoguerra di Burri, Debuffet, Pollock.
Osservando l'iter artistico
di Vito Campanelli, con particolare attenzione alla selezione di
opere presenti, non è possibile non percepire il flusso dei pensieri
consci ed inconsci dell'artista.
Ci troviamo dinanzi ad un artista che inizia a dipingere molto presto. Già all'età di 12 anni, chiari sono gli intenti del suo “viaggio”; un inizio dedito al figurativo, come sempre accade agli artisti di questo genere, dove già mostra delle visioni metafisiche.
Ci troviamo dinanzi ad un artista che inizia a dipingere molto presto. Già all'età di 12 anni, chiari sono gli intenti del suo “viaggio”; un inizio dedito al figurativo, come sempre accade agli artisti di questo genere, dove già mostra delle visioni metafisiche.
La sua pittura è “medicina
dell'anima”, totalmente interiore, favorita dall'ascolto della
musica, sua grande compagna ed amica fidata, fondamentale per il suo
operare.
I "King Crimson", i "Radiohead" che scopre all'età di 16 anni, lo aiutano ad isolarsi ulteriormente in un mondo di spiriti e di cose inconsce, che nemmeno lui sa spiegare, portandolo a realizzare figure nebulose, materiche, realizzate con tecnica mista, fatta di olio e tempera.
I "King Crimson", i "Radiohead" che scopre all'età di 16 anni, lo aiutano ad isolarsi ulteriormente in un mondo di spiriti e di cose inconsce, che nemmeno lui sa spiegare, portandolo a realizzare figure nebulose, materiche, realizzate con tecnica mista, fatta di olio e tempera.