giovedì 9 luglio 2020

Raffaele Buonaiuto, lo Chef Visionario



L'arte incontra la cucina

La Chef Visionario
Astrattismo in Cucina?

Raffaele Buonaiuto


"Il colore è la tastiera, gli occhi sono i martelli,
l'anima è il pianoforte con le corde.
Gioca toccando un tasto o l'altro
per causare vibrazioni dell'anima"
Wassily Kandinskij 



Raffaele Buonaiuto
L'arte nelle sue molteplici declinazioni e forme, ha sempre rappresentato il modo in cui l'uomo ha voluto comunicare fin dai primordi la propria presenza sulla Terra, essenza e modo di essere.
  Il mondo per immagini ci è sempre venuto in aiuto a comprendere insieme all'antropologia culturale, la sua evoluzione. E' sufficiente riflettere su come, già a partire dai primi graffiti sulla roccia impressi dall'uomo, sia stato possibile risalire e comprendere in assenza di testi scritti, gli usi ed i costumi delle popolazioni primitive.
Oggi più che mai, abbiamo bisogno di esternare quanto sentiamo attraverso gli occhi, l'anima ed allargando sempre più i nostri confini, coinvolgendo i sensi tout court.
La cucina è divenuta parte integrante di tutto questo; anch'essa patrimonio da sempre della nostra cultura e tradizioni, oggi si presenta in una nuova veste grazie al mix di culture di cui siamo in qualche modo tutti permeati ma soprattutto agli incontri con culture totalmente opposte alla nostra che determinano ogni giorno nuovi spunti, influenze peculiari di una società mulltietnica che chiamiamo melting pot.

Wassily Kandinsky
 Lo spunto per deviare anche se non troppo dagli argomenti di cui sono solita occuparmi in questo mio spazio ed in generale nel mio lavoro, mi è venuto da un casuale ma quanto mai interessante incontro con uno chef che definisco artista minimale.
Sto parlando Di Raffaele Buonaiuto.
In un momento come questo, nel quale la cucina ha fatto un salto qualitativo, divenendo in qualche modo patrimonio di 
tutti soprattutto a livello qualitativo; le 

Raffaele Buonaiuto
reiterate trasmissioni televisive ci hanno catechizzato sui cibi più disparati nell’accezione più alta, propagando quindi un nuovo modo di mangiare all’insegna della salute in primis ed al tempo stesso, valorizzando e diffondendo le eccellenze italiane .
La degustazione di un piatto tuttavia ora si accompagna sempre più alla contemplazione estetica di esso tanto che il food porn padroneggia.

Chi di noi, io per prima trovandomi di fronte ad un piatto esteticamente, bello non desidera condividerlo sui social.
Ma parliamo di Raffaele Buonaiuto, chef di origine campana.  Nasce con una “insana” passione per la cucina che lo induce fin da bambino a cucinare i suoi primi piatti guardando mamma e nonna, decidendo da subito di intraprendere la scuola alberghiera.

Tutto questo non gli basta, il ragazzo è curioso, avido di imparare e gira il mondo, acquisendo oltre alle tecniche della cucina giapponese ed internazionale, la mise en place che rende personale, facendo assurgere i suoi piatti a delle vere opere d’arte.
Ecco il motivo per il quale la digressione sulla cucina incontra il mio lavoro.

Nei piatti di Buonaiuto troviamo l’arte, quella astratta di un grade maestre del Novecento europeo e mondiale, insieme all’utilizzo di ingredienti d’eccellenza. 
Nella sua cucina è possibile scorgere anche se  inconsapevolmente, un richiamo ai maestri dell’arte contemporanea. Non posso non fare riferimento al padre dell’Astrattismo, Wassily Kandinsky. 

Raffaele Buonaiuto


 
Wassily Kandinsky

La correlazione tra colorismo utilizzato nella disposizione del cibo sul piatto rinvia ad un approccio al colore che Kandinskij traeva dall’ascolto della musica. Quest’ultima in quanto astratta, lascia esprimere le emozioni in modo diretto. Se nel primo “Il Lohengrin” di Wagner è la fonte ispiratrice, in Buonaiuto, figlio del suo tempo, è la musica House francese e tedesca, le migliori a suo dire, a favorire l’esaltazione della sua passione e gesto istintivo. Un indiscutibile istinto cromatico mediato tuttavia dalla ratio e dall’equilibrio va ad aggiungersi alla realizzazione dei suoi piatti.

Il pesce è il protagonista di tutto questo, crudo o appena scottato, viene abbinato ad ingredienti vegetali o di titpo floreale, ovviamente edibile.


Una cucina minimale ma al tempo stesso colorata, imperniata sulla sottrazione più che sull’addizione, per conferire allo spettatore, che è anche degustatore, una visione estetica che non è più del cuoco ma dell’artista.
Nell’atto creativo del piatto Buonaiuto agisce sull’onda dell’istinto che in un secondo momento viene mediato dalla ratio proveniente senz’altro da influenze orientali garantendo un effetto finale assolutamente armonico ed esteticamente di grande effetto.