giovedì 1 novembre 2018

Il Divisionismo di Angelo Morbelli

ANGELO MORBELLI - IL POEMA DELLA VECCHIAIA

CA' PESARO GALLERIA DI ARTE MODERNA

20 OTTOBRE - 6 GENNAIO 2019


Angelo Morbelli è un pittore piemontese che si inserisce nell'atmosfera artistica milanese della seconda metà dell'Ottocento, dopo essersi trasferito da Alessandria, sua città natale, a Milano per frequentare l'Accademia di Brera.
E' a Milano che espone per la prima volta con opere relative alla vita quotidiana, unite alle tematiche sociali del periodo post unitario in una ricerca pittorica che sintetizza ciò che è il soggetto rappresentato e l'uso della tecnica.
Al 1883 risale "Giorni ultimi", uno dei molpteplici dipinti dedicati agli ospiti del Pio Albergo Trivulzio.

Proprio con queste tematiche, mette a punto la tecnica della corrente divisionista.

Angelo Morbelli, Giorni Ultimi






Il Divisionismo è figlio dell'Impressionismo francese e del Neoimpressionismo; anche in esso infatti, vengono approfondite le scoperte realizzate in questo periodo in campo fisico sulla scomposizione della luce.
La differenza rispetto all'Impressionismo tuttavia consiste nel fatto che la pittura divisionista che ha come centro Milano per merito del critico e pittore Victor Grubicy, pur occupandosi dell'aspetto scientifico utilizzando i colori puri accostati l'uno vicino all'altro a piccole pennellate, lasciando all'occhio il compito di accostarli e renderli complementari, pone la maggiore attenzione oltrechè al paesaggio, alle tematiche sociali.

E' in questo senso che va letto il ciclo pittorico "Il poema della vecchiaia" che torna a Venezia dopo 115 anni.

Nel 1902 Morbelli scrive ad Antonio Fradeletto, segretario generale della Biennale di Venezia, chiedendo di poter esporre 6 tele in luogo delle due consentite dal regolamento.
La richiesta viene accolta ed il "Poema della Vecchiaia" viene così presentato alla Biennale nel 1903.

Le tele presentano una tema di cui l'artista si occupa fin dai primi anni del 1880 e con particolare attenzione al Pio Albergo Trivulzio.

La visione unitaria del "Poema..." è oggi possibile grazie ad una attenta ricostruzione d'archivio delle vicende collezionistiche ed al riecente rientro dal Sud America di "Vecchie Calzette".

Li vediamo ad uno ad uno nel dettaglio tenendo presente che una tela della serie, "Il Natale dei rimasti", fa parte della collezione permante di Ca' Pesaro fin dal 1905 anno della sua acquisizione.
2Il Natale dei rimasti 1903   




 "Vecchie Calzette" sempre del 1903 è un dipinto che nella versione originale riportava aldilà del vetro, la testa di un cocchiere che trasportava una carro funebre. Il dettaglio viene eliminato ed il dipinto viene premiato a Monaco di Baviera per poi essere acquistato da un collezionista di Montevideo.

"Vecchie Calzette" 1903

"Mi ricordo di quando ero piccola" 1903, è un'opera di altissimo livello pittorico che racconta l'ora di pranzo delle ospiti del Pio Albergo. I pranzi si svolgevano in due sale del palazzo, un tempo scuderie del palazzo. Il dipinto narra il momento suddividendo lo spazio in due piani diversi. Sullo sfondo  l'uniformità delle figure femminili intente a pranzare illuminate dalla finestra sul fondo, si contrappongono al primo piano dedicato alla raffigurazione delle ospiti dove l'artista si sofferma nel dettaglio di alcuni particolari della tavola sempre resi con la tecnica divisionista.
"Mi ricordo quando ero piccola" 1903
"Sedia vuota". Un gruppo di ospiti è ritratto nell'intento di lavorare a ferri, approfittando della luce della finestra. Una scena apparentemente tranquilla nella quale però l'attenzione dell'osservatore viene catturata dalla presenza della sedia vuota e dall'atteggiamento di dolore delle astanti.
"Sedia vuota"

"Siesta Invernale", un dipinto che ripropone lo stesso schema compositivo de "la sedia vuota" mutando l'angolazione prospettica e rialzando il punto di vista

"Siesta invernale"




Al Trivulzio i pasti si consumano in due ampi saloni, un tempo scuderie del palazzo. All’uniformità delle figure sul fondo, si contrappone l’individualità delle anziane in primo piano. Morbelli indugia sulla resa dei volti e sui particolari del tavolo apparecchiato, le bianche tovaglie, la pila di scodelle, i riflessi rubini del vino che richiamano i rossi scialli delle ospiti. Grazie all’interessamento di Fradeletto, il dipinto entra nella raccolta dell’onorevole Gaspare Gussoni, industriale e collezionista lombardo.

http://capesaro.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/angelo-morbelli/2018/10/20062/il-poema-della-vecchiaia-2/


Al Trivulzio i pasti si consumano in due ampi saloni, un tempo scuderie del palazzo. All’uniformità delle figure sul fondo, si contrappone l’individualità delle anziane in primo piano. Morbelli indugia sulla resa dei volti e sui particolari del tavolo apparecchiato, le bianche tovaglie, la pila di scodelle, i riflessi rubini del vino che richiamano i rossi scialli delle ospiti. Grazie all’interessamento di Fradeletto, il dipinto entra nella raccolta dell’onorevole Gaspare Gussoni, industriale e collezionista lombardo.

http://capesaro.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/angelo-morbelli/2018/10/20062/il-poema-della-vecchiaia-2/


mercoledì 22 agosto 2018

Il Realismo Magico di Felice Casorati

"Il Realismo Magico" di Felice Casorati

 Felice Casorati: un artista ermetico e dall'indole solitaria; uno dei più apprezzati esponenti del "Realismo Magico", corrente che si concretizza nei suoi principi nel primo Dopoguerra, con lo scopo di porre fine a tutto ciò che le Avanguardie Storiche avevano messo in atto per stravolgere il classicismo imperante della pittura ottocentesca. Il Realismo Magico, presente in letteratura e  nelle arti figurative, si manifesta con la presenza di elementi magici in un contesto realistico. Così lo troviamo presente nella poesia e nei romanzi di quel periodo. Nelle arti figurative ed in pittura assistiamo ad una visione lucida, ma al tempo stesso smarrita, nei confronti del reale. Furono artisti come Felice Casorati, Cagnaccio di San Pietro ed Antonio Donghi, i principali esponenti in Italia di tale corrente figurativa, elaborata teoricamente da Massimo Bontempelli.
Felice Casorati, artista torinese, si accosta alla pittura dopo aver abbandonato la musica, a causa di un forte esaurimento nervoso a Padova, dopo aver qui compiuto gli studi classici e conseguito la laurea in giurisprudenza a Padova. Si forma presso la bottega veneta del pittore Vianello e si accosta alla nuova corrente pittorica in un secondo momento quando, dopo il suicidio del padre, fa ritorno con la sua famiglia a Torino, sua citta di origine.
Il momento è complesso e difficile sotto molteplici aspetti. La devastazione della guerra spazza via ogni desiderio di provocazione ed il desiderio di tornare alla normalità è primario. Nell'arte quindi, in opposizione alle Avanguardie Storiche, si viene a creare la necessità di riappropriarsi della tradizione, traendo spunto dall'arte classica del '300-'400 e '500,fondando i propri principi sulla resa puntuale della realtà; le sue caratteristiche infatti, in Italia, sono costituite da una realtà precisa, curata nei dettagli ben definiti nello spazio, mutuando gli impianti prospettici tipici dell'arte rinascimentale, inseriti in uno scenario immobile, incantato ed immerso in una magica solitudine. Un genere questo che troviamo nell'America degli Anni Trenta, nelle opere di Edward Hopper.
Meriggio 1923  





In "Meriggio" che Casorati dipinge nel 1923, sono perfettamente rappresentati i canoni della sua pittura. Due donne dormienti sono raffigurate in primo piano. La prima disegna una diagonale, la seconda è raffigurata con uno scorcio prospettico, che rimanda direttamente ad un'opera del Rinascimento Veneto: il Cristo Morto di Brera di Andrea Mantegna. 
I particolari delle pantofole rosse e di un cappello da prete, suggeriscono all'osservatore la presenza di una figura maschile collocata nell'ombra, sullo sfondo della quale si scorge la nuda schiena. Il mondo e le cose vivono una loro vita indipendente da noi, l'uomo è solo di passaggio, con uno stato d'animo di profonda inquietudine.