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IDA FERRARA
TACCO 11 AMERICAN BAR
Ida Ferrara è un'artista che ha scelto l'illustrazione come genere per esprimere sé stessa ed attuare un cammino ed una ricerca concettuale rivolta agli altri.
Parlare di Illustrazione oggi, significa fare
riferimento ad una forma d'arte molto antica che affonda le sue radici in un
periodo molto lontano, la quale assurse a genere di grande importanza grazie
all'invenzione della stampa e poi nel '700 quando le Gazzette ed i Giornali
Satirici prima in bianco e nero e poi a colori, furono destinati ad un pubblico
vasto ed adulto.
Fu poi l'800 ed il Romanticismo a rilanciare
l'illustrazione per gli adulti e per l'infanzia. Il libro illustrato ebbe
fortuna in questo secolo e, nella sua patria di elezione, l'Inghilterra, fiorì
una valente scuola di illustratori ed incisori e, mentre le tecniche di stampa
miglioravano, la nascita ed il progredire della tecnica fotografica costituiva
al tempo stesso un pericoloso concorrente.
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Ida Ferrara "Teste" |
L'Ottocento è un secolo molto importante dal
punto di vista artistico. Nascono le prime avanguardie storiche come
l'Impressionimo, il Neo Impressionismo in Francia ed il Futurismo in Italia, ma
le innovazioni portate dalla Rivoluzione Industriale, portano anche allo
sviluppo della Pubblicità che apre il campo al Manifesto Pubblicitario. Henry
de Toulouse Lautrec, Pierre Bonnard in Francia grazie all'arrivo delle stampe
giapponesi e Fortunato Depero in Italia con il suo Manifesto sulla Pubblicità,
aprirono la strada ad un mondo che tutt'oggi con il sopravvento del digitale, è
entrato in modo prepotente in ogni ansa del nostro quotidiano.
L'Illustrazione, come genere artistico, è una
rappresentazione visiva che può avere la forma di disegno o di fotomontaggio,
ed è normalmente funzionale alla esemplificazione o decorazione di un testo
scritto e, a differenza dell'arte moderna, non ha una funzione estetica. Molti
illustratori infatti, hanno il vezzo di chiamarsi “artigiani” e scansare così
la definizione artistica ma così non è.
L'illustratore, oltre ad essere un artista ed un
fine disegnatore, ha un archivio personale ricchissimo.
Egli deve saper realizzare qualsiasi forma.
All'illustrazione si chiede sempre di essere al
servizio di un testo o di un articolo e quando è per i bambini, di adattarsi
alle idee che una nazione ha dell'educazione estetica e morale dell'infanzia in
un particolare momento storico.
Ida
Ferrara ha un percorso artistico ed umano particolare.
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Ida Ferrara, serie "Volti" |
Dimostra fin da bambina una naturale predisposizione
per l'arte ed il disegno che però non coltiva da subito, percorrendo strade
diverse: il liceo classico prima e la facoltà di architettura poi che però non
porta a termine dedicandosi all'insegnamento.
Si avvicina all'illustrazione per caso e seguendo
dei corsi, si appassiona ad essa a tal punto da farlo diventare il suo genere.
Ida Ferrara mette in scena la sua anima
utilizzando una tavolozza particolare ed una tecnica pittorica diversa da
quella normalmente utilizzata dagli illustratori. Se Jean Michel Folon, pittore scultore ed
illustratore belga, utilizza l'acquerello a sottolineare l'essenzialità delle
sue forme, dei visi allungati e del suo particolare rapporto con lo spazio, Ida
Ferrara utilizza l'illustrazione per portare in scena sé stessa e gli altri
avvalendosi di figurine essenziali e leggere che incuriosiscono subito lo
spettatore per la sovradimensionalità delle teste a comunicare grande sofferenza
e travaglio psicologico.
Dal mondo dell'illustrazione, Ida mutua il mezzo
cartaceo come strumento veloce, di servizio, essenziale e di pronto utilizzo,
nel quale vi è anche ciò che l'artista rappresenta.
Donna del Sud che fa parlare le sue opere
utilizzando materiali semplici che non richiamino troppa attenzione, ma pregni
di significato, nel momento stesso in cui ci mettiamo di fronte ad essi ed
osserviamo il messaggio.
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"Teste" |
Ciò che immediatamente suscita la nostra
attenzione, è la serie di quelle che Ida chiama “TESTE” e che tiene molto a
rendere differenti dall'altra serie che ella invece definisce “VOLTI”.
Nella prima, ci troviamo subito di fronte ad un
mondo al femminile che accompagna poi tutta la sua produzione. Quasi nulla
l'attenzione dedicata all'universo maschile, se non per un'opera qui esposta “I
fidanzati” a sottolineare l'armonia di un sentimento così complesso e qui
idealizzato.
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"I fidanzati" |
Le
“teste” sono inserite in uno sfondo caratterizzato da una profonda
“indeterminazione”, uniforme ma non condotto secondo la tecnica dell'acquerello
o del pastello; Ida ricorre al colore acrilico che le fornisce una tavolozza
pastosa, intensa perchè intensi e contorti
sono i pensieri che si agitano nelle menti di queste donne. L'artista ci
illude e ci dà l'imbocco di una apparente tranquillità con la geometria e
l'ordine nell'esecuzione pulita e ordinata di queste forme femminili che però
subito dopo appaiono volutamente sganciate dal mondo reale con dimensioni
abnormi delle teste fuori dagli schemi, non connotate fisicamente se non da
occhi e bocche molto piccole che rimandano alle figure maschili e femminili del
pittore di origine spagnola Antonio
Bueno. Non sono infatti i caratteri somatici che interessano l'artista ma i
capelli di queste figure femminili.
Essi
sono il prodotto, l'elaborazione di ciò che è avvenuto nelle loro menti e che
bene rappresenta filosoficamente quella mancanza di un centro che caratterizza
l'uomo moderno, L'inadeguatezza, la precarietà ed il vuoto che ben avevano
teorizzato i filosofi esistenzialisti.
I
colli sottili, proiettati verso il cielo, vengono realizzati proprio per
staccarsi dal terreno luogo di inadeguatezza, verso un cielo infinito.
Un'attenzione
a parte, di segno contrario e dal sapore decisamente più positivo è
rappresentato invece dalla serie di “VOLTI”.
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"Teste" |
I
Volti infatti rappresentano il viaggio nella memoria dell'artista “Altri
tempi”, “Serenamente”, “Distanze”, “Ragazza”.
Sono
le donne di Ida, quelle vere, con i colli sempre un po' allungati ma questa
volta con i capelli in ordine, con la messa in piega appena fatta, eleganti e a
posto. L'ordine nel quale Ida è vissuta nella sua infanzia.
La
tavolozza qui si scalda. Certo, è ciò che conosce e le appartiene
profondamente, sono le sue radici, anche se lo sfondo rimane sempre
impersonale.
In
questo caso probabilmente si sarebbe pure avventurata nel pastello o
nell'acquerello, poiché l'acrilico è trattato tutto in un altro modo. Non vi è
più la stesura piatta del colore peculiare dell'illustrazione ma più
movimentata in un pur accennato chiaroscuro nelle tonalità del pastello. Ida
Ferrara illustratrice a tutto tondo, ci offre qui un assaggio del suo operare,
traendo dalla favola gli spunti per una
comunicazione semplice rivolta al mondo dell'infanzia senza tuttavia
tralasciare il messaggio al mondo degli adulti.